Stavo riflettendo sui sogni che facevo da bambino, quando immaginavo come sarebbe stato il futuro. Ammetto di essere sopravvissuto anche a un paio di fini del mondo (quella del 2000 e quella del 2012), un’esperienza che mi permetterà di raccontare ai miei nipoti quanto siano state tremende quelle ore di attesa verso la mezzanotte.
Il futuro descritto dai film ha poco a che fare con quello che stiamo vivendo. Ecco, questo è il punto: avete presente le rappresentazioni cinematografiche che vedevano il futuro come un mondo fatto di astronavi, robot e molte altre diavolerie? Siamo proprio sicuri di esserne così tanto lontani?
Per fortuna, almeno in quanto ad abbigliamento, sembrerebbe proprio che l’argentato e il fosforescente non siano più di moda – almeno dagli anni ’80 – quindi un tipico clichè di chi ha provato a immaginare questi anni può essere spuntato dalla lista delle Caratteristiche del futuro immaginato. Però i robot cominciano a farsi strada e ad essere davvero tra noi.
Non parlo solo dei robot che parlano e fanno ragionamenti quasi umani, dotati di razionalità ma anche di una sorta di sfera emotiva che li caratterizza come simili a noi. Parlo dei robot che utilizziamo tutti i giorni senza neppure rendercene conto: ormai in moltissime case italiane sono presenti i robot aspirapolvere o quelli che lavano il pavimento. Ricordo un amico di mio nonno che, esaltatissimo, lo invitò a casa sua per fargli vedere il robot che tagliava da solo il prato e che, quando aveva finito, tornava alla propria casetta per ricaricarsi e “riposarsi”.
E pensare che ai tempi di Emilio il Meglio, quel robot giocattolo che vagava nelle stanze di molti ragazzini, mi sembrava di essere già su un altro pianeta. Questi, signori, sono i veri robot, questo è il vero futuro, il futuro è quello che stiamo già vivendo.
Una domanda, però, sorge spontanea: dove diavolo sono le astronavi?!